Lo stesso dicasi per il tornitore, per adattare il bicchiere di acetale ci siamo andati 3 volte (il bicchiere di alluminio dopo ogni saldatura ingrossava un po’).
Addirittura per adattare perfettamente il rivestimento di 10mm dello skeg siamo stati costretti a riscaldarlo nel fuoco, dopo aver cotto 2 buonissimi polli, per dare la curvatura giusta.
Un lavoraccio da maniscalchi di altri tempi.
Le viti in acciaio non ci piacevano e terrorizzati dalle leggende riguardo le correnti galvaniche, abbiamo trovato faticosamente delle viti in lega di alluminio (ergal) di 8mm; anch’esse sono state riadattate e rifilettate.
E poi giù pesanti con la saldatura.
Alla fine, però, quello che conta è il risultato e tutte le energie consumate diventano un vago ricordo, ai nostri occhi appare come un opera d’arte moderna (al gusto di pollo).