venerdì 8 agosto 2014

Dai lo stucco, togli lo stucco, dai lo stucco, togli lo stucco

Pensavamo di aver scavallato i tempi bui, di aver lasciato alle nostre spalle la fatica, il sudore e la sporcizia e invece il peggio doveva ancora arrivare. Cantare vittoria è sempre un errore imperdonabile, non eravamo preparati psicologicamente ad affrontare tale situazione.
In verità avevamo tentato di evitare il tutto affidando il lavoro ad Angelo e Fosforino (i 2 viareggini), ma i tempi (come loro hanno affermato fin dall'inizio) non erano come noi ingenuamente credevamo.
Hanno iniziato loro impostando il lavoro e insegnandoci il mestiere, poi, piano piano siamo subentrati per arginare i costi che altrimenti sarebbero stati per noi insostenibili.
Il sospetto è che i soldi risparmiati li spenderemo in protesi, fisioterapie e badanti; le nostre spalle sono andate, per bere abbiamo bisogno della cannuccia, per mangiare abbassiamo il viso sul piatto e cerchiamo di arrangiarci.
Iniziare gli impianti contemporaneamente alla stuccatura non era possibile, la polvere finissima avrebbe sciupato tutto, e tentare di arginarla, ci avrebbe costretti a sigillare lo scafo a tal punto che poi saremmo morti di stenti o soffocati, facendo la fine dei topini in trappola.
Abbandonata l'ipotesi ci siamo affiancati a loro, creando a volte 2 squadre, Angelo e Fosforo davano lo stucco e noi poi lo toglievamo, Penelope docet. Dare lo stucco è quasi una gioia, toglierlo, un po' meno. Lo scafo, come da loro affermato, faceva "onco 'a bai", per verniciarla lucida bisognava rifarla completamente.
Hanno iniziato posizionando delle guide di legno rivestite con nastro isolante con sotto lo stucco, per ritrovare le centine corrette, sia in lunghezza che in larghezza, alla fine la tuga è stata suddivisa in settori. Poi stucco a volontà rasato con delle stagge flessibili ma non troppo da far scorrere sulle guide. In alcuni punti abbiamo dovuto aggiungere quasi 2 cm di stucco, dalle 5 alle 10 applicazioni, ogni applicazione intervallata dalla rasatura a mano con carta a vetro. 
Quando le curvature hanno iniziato ad assumere un aspetto piacevole alla vista, abbiamo iniziato con le stecche a scartavetrare, davamo prima il nero con la bomboletta spray e poi .... giù di stecca, dove rimaneva il nero, stucco e poi tutto da capo.
Per le parti dritte abbiamo comprato una scartatrice elettrica molto lunga che ci ha agevolato il lavoro in maniera sensibile. Lo specchio di poppa era un disastro, non c'era un settore parallelo all'altro e dritto, naturalmente stiamo parlando di verniciare lo scafo lucido a specchio, se avessimo scelto di lasciarlo alluminio o opaco, lo scafo andava benissimo. Perché, perché, perché.
Per terminare la tuga abbiamo impiegato 180 Lt di stucco bicomponente di International Paint, un patrimonio di denaro, ci manca solo da ricostruire gli angoli convessi dandogli una stondatura con dei regolini, e ammorbidire gli angoli concavi con un po' di olio di gomito.
Dopo passeremo alle murate. Che Dio ci aiuti.