lunedì 28 febbraio 2011

L'alluminio fuso brucia

Eccoci qui a fare il resoconto della settimana. La saldatura interna è finalmente finita, le condizioni erano estreme a causa delle posizioni impossibili e anche della pericolosità di saldare sopra la testa, il bilancio è terribile, chi vi scrive (il saldatore) ha almeno 15 bruciature da schizzi incandescenti (mano sx, braccio sx e gamba dx) e il giubbotto ha preso fuoco almeno 3 volte. Quando gireremo lo scafo finiremo di fare le saldature che risultavano troppo pericolose e difficoltose (center line, il lato oscuro delle serrette, la parte alta e renderemo stagne anche la parte interna della “pelle” anche se non sarebbe necessario). Una volta girata le saldature mancanti saranno in piano e quindi verranno meglio e senza durare troppa fatica.
Fuori lo scafo è completamente scartato e per una quasi metà, le saldature sono state ricontrollate, ripassate e corrette. Su alcune abbiamo fatto anche le prove con il penetrante rosso per vedere se il lavoro era ottimale e il risultato è stato eccellente (nessuna cricca). Quando tutto sarà finito e tutti i “buchini” scartati e ripassati, rifaremo la prova di tutte le saldature. E’ una lavoraccio lento e sporco e anche un po’ noioso alla lunga. Ma il risultato è fantastico.
Le condizioni meteo per  questa settimana sembrano disastrose, pensavamo di finire sabato prossimo ma forse non ce la faremo a fare 2 serate.
Nel frattempo abbiamo preso il tubo dell’elica di prua e ordinato la linea d’asse.




domenica 20 febbraio 2011

Serrette dannate serrette

Non ce la facevamo a vederle ondulate e allora abbiamo deciso di raddrizzarle. Nella giornata di ieri   abbiamo finito di saldarle in maniera definitiva allo scafo, le abbiamo capite, amate e odiate, conosciamo tutti i loro segreti. Andiamo per ordine, la sensazione che avevamo avuto era giusta, nessuna torzione o anomalia dello scafo, le serrette si piegano perchè dilatano, essendo barre di 6 mt hanno un allungamento stimato di quasi un centimetro che si evidenzia in maggior modo a metà della loro lunghezza. Naturalmente con l'avanzamento della saldatura allo scafo il fenomeno si era ancor più accentuato ed era possibile vedere saltare in diretta le serrette appuntate, strutturalmente non cambiava assolutamente niente essendo esse confinate tra le ordinate e di lunghezza massima di 120cm, ma l'estetica ha il suo fascino e noi poi siamo pignoli pignoli pignoli e abbiamo deciso di raddrizzarle il più possibile, per far tornare la linearità perduta. In alcuni punti è stato necessario addirittura tagliarle, asportare il materiale in eccesso e poi risaldarle.
Mentre tutto questo succedeva al suo interno, fuori (mi dicono) c'era il sole e Fabio l'architetto, Flavio, Sassi, sotto la supervisione del capo cantiere Alessio scartavano lo scafo.


La bella giornata ha spinto poi curiosi, amici e sostenitori a farci visita. Uno special thank va a Marco di Trento che contattandomi sul blog si è fatto un mucchio di Km per vedere il nostro lavoro, ci ha pure portato una bottiglia di vino (anche se avremmo preferito una decina di Kg di piombo).
In anteprima mostro la foto del "pesciolino d'argento" che ci è stato consegnato proprio ieri.

mercoledì 16 febbraio 2011

Piombo - Cercasi

La raccolta del piombo è cominciata, tra non molto ci serviranno 5500 Kg di piombo. Se lo avete in casa o conoscete qualcuno onesto che può aiutarci, fatecelo sapere. Grazie.

domenica 13 febbraio 2011

Errata corrige (Correggi le cose sbagliate)

Le tensioni sono finalmente arrivate, eravamo gelosi dei nostri colleghi sparsi per il mondo che giornalmente lottano con gli effetti collaterali della saldatura, ad un certo punto pensavamo anche di esserne immuni, di avere un vaccino divino, niente di tutto questo, nessuna legge “ad personam”.
Mentre saldavamo nei giorni scorsi, controllavamo in maniera maniacale le lamiere curve, era li che avevamo concentrato il 100% delle nostre truppe, passavamo in rivista in continuazione tutta la barca dopo ogni tratto di saldatura, trascurando in maniera totale le lamiere dritte e le serrette ormai definitivamente saldate alle ordinate. Il generale Alluminio è stato più furbo di noi, ci ha attaccato alle spalle.
In pratica siamo stati troppo precisi nell’istallazione delle lamiere piane di 3 mt, pensando che una lamiera così grande fosse immune da dilatazioni, avevamo di proposito omesso di lasciare 2 o 3 millimetri di spazio tra una lamiera e l’altra per essere agevolati in futuro nella saldatura. La dilatazione invece è stata sensibile e dove si incontravano le lamiere (falchette e pancia), c’è stata una accentuazione della “V”, all’interno, in prossimità dei tagli verticali, le serrette si sono staccate dalla pelle dello scafo anche di 2 cm.

Dopo il panico iniziale abbiamo preso il flessibile e ritagliato la saldatura, magia, tutto è tornato come prima, sono bastati i circa 3 mm del taglio ad eliminare i “becchi che si erano formati”, fatto questo abbiamo riaccostato le lamiere alle serrette e risaldato il tutto.
Alcune serrette invece dilatandosi tra ordinata e ordinata si sono leggermente ondulate, i paurosi schianti che ogni tanto sentivamo quando saldavamo dall’esterno, erano le appuntature delle serrette con lo scafo che saltavano, su quelle non siamo potuti intervenire, le abbiamo semplicemente riappuntate alle lamiere.
Peccato non vedere più dall’interno la linearità che le serrette davano allo scafo, pazienza.
Avevamo nel frattempo per eccesso di zelo mandato una segnalazione a Dix delle problematiche riscontrate ricevendo la solita laconica risposta della serie “dovevate appuntare meglio le serrette allo scafo e leggere il libro (come costruire una barca in alluminio, scritto da un tizio americano) “.
Le serrette dove volevano ondularsi lo hanno fatto a prescindere dal numero di appuntature che avevano, nella sua visita fiorentina Dix era stato molto esplicito nel dirci che le serrette dovevano essere saldate dopo che tutto lo scafo era saldato sia dall’esterno che dall’interno e per questo noi abbiamo pensato di appuntarle solo in maniera leggera in modo che se in qualche modo dovevano “scaricarsi” lo avrebbero potuto fare. Insomma, riteniamo che le tensioni non debbano rimanere tutta la vita latenti ad aspettare il momento opportuno … come la vita di coppia, sfogarsi ogni tanto è meglio.
E ora un po’ di belle notizie, la saldatura esterna dello scafo è terminata e abbiamo già iniziato a scartarlo.
Abbiamo inoltre ricontrollato la simmetria dello scafo che è rimasta invariata.
In settimana inizieremo a saldare lo scafo dall’interno mentre altri finiranno di scartarlo dall’esterno.

venerdì 11 febbraio 2011

Vetus


Ieri sera abbiamo avuto un appuntamento molto importante e interessante, il bello di questa avventura è che bisogna essere lungimiranti e affrontare le problematiche future con mesi di anticipo. Facendo così, i dubbi sono talmente stati analizzati, simulati e metabolizzati, che quando si presentano in pratica non esistono.
Una barca da quanti elementi è costituita? e come si fa a farli funzionare tutti insieme?
Queste sono le domande che ci siamo posti fin dal primo giorno e che fino a ieri ci facevano impazzire.
Alfredo, di Vetus Italia (http://www.vetusitalia.it/)  ci ha accolti nella sua azienda e con pazienza imbarazzante è stato con noi fino alle 9 di sera, è stato gentilissimo, ci ha trattati come se fossimo stati i clienti più importanti e come suoi figli, ci ha spiegato tutto di: linea d’asse, marmitte, cessi, impianti elettrici e impianti idraulici. Ha parlato di filtri, tubi, quadri elettrici, pompe, serbatoi, batterie, eliche di prua, ecc. per 4 ore.
Il loro listino è competitivo e infinito e la qualità dei prodotti non si discute, lo abbiamo visionato nella sua interezza, facendo un preventivo completo di tutto quello che ci occorre per costruire la nostra barca. La scelta nostra era di affidarsi ad un unico fornitore, per quanto possibile, per evitare perdite di tempo e incompatibilità tra i vari componenti e per istaurare un rapporto continuativo con un unico interlocutore.
Ci ha inoltre fornito i vari schemi di assemblaggio. Incommensurabile Alfredo.

domenica 6 febbraio 2011

La saldatura continua

In settimana abbiamo finito di saldare tutte le serrette alle ordinate, abbiamo dovuto comprare delle maschere antigas perché i fumi rimangono dentro lo scafo e si soffoca.
E' stato un lavoro da contorsionisti, le posizioni erano veramente molto difficili, abbiamo saldato con la mano destra, con la sinistra, sdraiati in terra, senza vedere, ecc.
Saldare l'alluminio non sarebbe difficile, il difficile è saldare uno scafo di alluminio.
In pratica lo scafo non si gira e quindi devi essere te a girare. Pensate che tutte le volte si cambia tipologia di saldatura (frontale orizzontale, frontale da su in giù, lamiere curve con piane, curve con curve, ecc. ecc. ecc.), la regolazione corrente/filo deve essere adattata.
Finita la fase 2 (serrette/ordinate) abbiamo iniziato la fase 3, lo scafo esterno. Abbiamo posizionato la saldatrice sul tetto della barca e uno su, uno giù abbiamo saldato tutto il giorno.
Le saldature più difficili sono quelle in verticale che scorrono da destra a sinistra, quando si fa il cordone infatti, si crea un piccola tacca nella parte superiore brutta a vedersi, la saldatura viene bene ma sopra, la lamiera fondendosi, per gravità, cola dentro la saldatura; quando si scarta il tutto, rimangono delle piccole fossettine. Diminuendo l'eletricità questo effetto collaterale diminuisce un po' ma non scompare del tutto, alla fine bisogna fondere e non appiccicare, abbiamo chiamato anche 2 saldatori professionisti nostri amici a visionare il problema e loro ci hanno assicurato che purtroppo, la posizione porta a questo, la saldatura "mangia" il materiale.
Niente di preoccupante però, è solo un fatto estetico risolvibile, quando scarteremo tutto, ripasseremo con un nuovo cordone a tappare queste micro fossette (abbiamo già provato e funziona).
E ora parliamo delle tanto temute tensioni e torsioni, queste compaiono solo sulle lamiere che sono state "forzate" nella loro posizione finale, le lamiere curve calandrate bene con il raggio giusto, non subiscono nessuna influenza, neanche facendo cordoni di saldatura più lunghi, al contrario quelle poche lamiere che non erano venute bene e che sono state morsettate a forza, tendono a tornare nella loro posizione, appena scaldate, creando delle imperfezioni. Su quest'ultime i cordoni devono essere più piccoli.
Ricordo a tutti infine che l'alluminio non è carne umana, le saldature venute male si possono sempre tagliare e rifare o ripassare con doppi o tripli cordoni, scartarle e rifarle infinite volte fino a quando il risultato non è perfetto. Alla "mala parata" una zona non di gradimento può sempre essere rimossa e sostituita.
La regola più importante da seguire? pulire e scartare sempre le parti prima di saldare, le impurità sono dannose e prima di unire i vari cordoni tra di loro, noi facciamo un piccolo taglio sulla saldatura fredda con il flessibile.  
Ci sono ampi margini di errori, siate tranquilli. A noi questo per ora non è successo e tutto il lavoro sta venendo bene, ma anche noi ci siamo tranquillizzati un po' osservando, parlando e informandosi con persone che ne sanno più di noi.
In settimana prevediamo di finire lo scafo esterno.

Il giratore

Come si chiamano i personaggi che si prendono il delicatissimo impegno di girare la barca alla quale hai dedicato 5 mesi della tua vita?  Gira barche? Giratori? Girarrosti? Booooo, il nostro si chiama Pierluigi.
Che dire di lui, chi scrive lo conosce da 10 anni, dice di essere il campione del mondo delle gru da autoarticolato, riesce a dare le pappine ad un bimbo di 9 mesi applicando un cucchiaino al suo braccio di 12 metri. Staremo a vedere, una barca non l'ha mai girata. 
Per spiegargli la strada sono stato 1 ora al telefono, ad un certo punto voleva quasi tornare a casa sua (Carrara), è duro come il marmo il ragazzotto. Appena è arrivato al cantiere ha cominciato a sbuffare e a scuotere la testa, girava intorno alla barca imprecando (in effetti il cantiere è posizionato malissimo), ad un certo punto ci ha chiesto quanto pesava e alla risposta di 1700 kg circa ci ha chiesto: - "Pensavo di più, ma che marmo è?", abbiamo perso altri 30 minuti per spiegare che oltre ai marmi e ai graniti esistono altri tipi di materiali che possono essere presi, trasportati e posizionati. Alla fine ha trovato una soluzione e ha sentenziato che ci proverà : - "Ragazzi, ci si prova, se va male, amici come prima". Dopo aver parlato di soldi e stabilito la sua parcella (zero euri + bistecca alla fiorentina), è arrivato il panico, quello vero, quello che fa tremare le ginocchia. "Ma come fate a portare via la barca di qui, non ci passa mica dal ponticino". Dovete sapere che il cantiere è molto vicino all'uscita dell' autostrada, ma in posizione scomoda, ci sono circa 800 mt di strade di campagne piuttosto strette e tortuose e un piccolo ponte prima di arrivare alla strada statale. Quando abbiamo scelto il terreno da affittare, è stata la prima cosa che abbiamo valutato, ma ad oggi, il viaggio finale, è la cosa che ci spaventa di più. Quando Pierluigi se ne è uscito con quella frase ci ha praticamente uccisi. A quel punto c'era solo una cosa da fare, prendere il metro e visionare con lui, che è un trasportatore, la strada. Alla fine il panico è rientrato, dal ponticino ci si passa e le 2 curve più strette sono fattibili.