sabato 24 dicembre 2011

Sentine e gavone

I lavori sono ripresi anche se un po' a rilento, il progetto originale prevedeva solo la sentina di poppa, secondo noi l'eventuale acqua di prua avrebbe trovato serie difficoltà a raggiungere la sentina a causa delle "barriere architettoniche", Dix ci aveva suggerito di riempire i dislivelli con stucco epossidico, ma a noi la soluzione non piaceva e abbiamo deciso di ricavare una piccola sentina a prua.

Il gavone di prua è stato saldato, non è stato semplice a causa delle dilatazioni della lamiera, sarà interessante vedere la tenuta stagna, saldarlo non è stato semplice, le posizioni sono impossibili.
Buon Natale a tutti.




venerdì 9 dicembre 2011

La gufata

La tormenta è arrivata 2 giorni dopo. Avevamo finito di montare il cantiere alle 17 di sabato e non avevamo avuto il tempo di fissare le campate, ci eravamo prefissati di farlo Martedì, purtroppo Lunedì c'è stato un temporale terribile con raffiche di vento fortissime e l'acqua non faceva in tempo a smaltirsi. Il risultato? Abbiamo passato l'8 dicembre a ripristinare il tutto. Che palle.

lunedì 5 dicembre 2011

La cattedrale

150 mq di capannone stagno, 15 per 10 alto quasi 7 metri, 2 mesi di lavoro.
Mentre festeggiavamo la sospirata fine con un caffè, ha iniziato a piovere per la prima volta.
La pioggia non entra e non si accumula.
Aspettiamo la tormenta che ce lo sbarbi e ce lo porti via o la neve che ce lo schiacci.
Fino ad allora ci sembrerà di lavorare in un vero cantiere navale. I 2 teli sopra sono nuovi, mentre i laterali lato lungo sono stati recuperati. Il tocco di classe è stata l'idea di far scorre i laterali su un cavo di acciaio in modo che possa essere aperto a piacimento.  La situazione adesso è decisamente più vivibile e abbiamo recuperato spazio rispetto alla canadesona precedente.
Abbiamo fuso nel frattempo altri 2000 kg di piombo raggiungendo l'imponente cifra di 4000 kg. Ne mancano solo circa 1000kg. Alla fine della raccolta grande festa e post dedicato tutto a lui con aneddoti e storie avvincenti.

lunedì 14 novembre 2011

La nuova Casa

Odio il ferro e amo l'alluminio, il ferro pesa ed è sporco, l'esatto contrario del nobile materiale, per non parlare del piombo.
In questo mese non ci siamo certo fermati, stiamo finendo la costruzione del cantiere, 15 mt per 9mt, alto 7mt, in pratica un capannone, e siamo andati avanti con "l'estrazione" del piombo (2500kg, siamo a metà). Lavori noiosissimi e pericolosi. La barca ci manca da morire ma le condizioni di lavoro ottimali ci permetteranno di lavorare meglio e  più serenamente. In settimana, se il tempo ci assiste, dovremmo finire.
Sopra metteremo un doppio telone e i vecchi teli li useremo per chiudere lateralmente il capannone. L'impianto elettrico è stato rinnovato con l'apporto di luci al neon sopra la barca.
Ieri è venuto trovarci un appassionato di Firenze (Angelo) e suo padre. Naturalmente   nonostante fosse con le stampelle, lo abbiamo sfruttato e messo subito al lavoro (grazie).
Sarà per questo che non abbiamo più amici? siamo soli, la famosa manodopera a basso costo non c'è più. Abbiamo chiesto uno sforzo ulteriore a Massimo, Gianni, Sergio, Daniele, ecc. per issare le campate del capannone, ma il malumore era evidente. Ormai bisognerà contare sulle sole nostre braccia, siamo degli appestati, non ci invitano più nemmeno a bere un aperitivo per paura di essere arruolati, manco fossimo dei venditori di amouei.




lunedì 3 ottobre 2011

Buon Compleanno

E' passato un anno esatto da quando abbiamo toccato la prima lastra di alluminio e per festeggiarlo siamo andati a Genova al salone Nautico.
La sensazione che abbiamo avuto è che la crisi si fa sentire, poca gente a giro e stand semivuoti, auguro a tutti gli espositori che la settimana non finisca come è cominciata.
La mancanza di clienti però, ha alzato notevolmente la nostra "statura", siamo stati accolti da marchi come Selden, Harken, Antal, Solimar, Veneziani, ecc. come Re.
5 anni fa non ci avrebbero fatto nemmeno entrare.
La visita è stata illuminante, Danilo di Harken, è stato di una pazienza, professionalità e onestà disarmante. E' stato il primo appuntamento della mattinata e da li siamo partiti, dietro suoi consigli, a visitare concorrenti e colleghi.
Ci ha dato i nomi delle persone da contattare nei vari stand, non nomi qualunque, ma i nomi degli appassionati, di chi fa del proprio lavoro, ragione di vita e non di soldi.
Naturalmente starà a noi decidere in base al budget.
Giornata illuminante.
Abbiamo anche cambiato il piano velico. Il Vickers prevede 2 piani uno short e uno standard, eravamo intenzionati allo short rig (albero di 17mt con trinchetta) senza volanti, ma una sartia intermedia fissa a poppavia dell'albero ci ha fatto cambiare idea tornando al primo amore con l'albero di 19mt con trinchetta e 2 volanti da manovrare in pozzetto.
E' da un po' che non aggiorniamo il blog, non ci siamo fermati, ma siamo in una fase un po' noiosa, abbiamo fuso in lingotti 1500Kg di piombo (non siamo nemmeno ad un terzo), abbiamo saldato i telai da quali ricaveremo oblò e osteriggi a filo partendo dal pieno, abbiamo iniziato a sabbiare l'interno dello scafo prima di chiuderlo per rendere più umano un lavoro animalesco.






venerdì 16 settembre 2011

La fondazione

La raccolta del materiale di zavorra per riempire la chiglia, inizia a produrre i primi risultati.

Amici, conoscenti, allibratori e furfanti stanno dando il proprio contributo.
Per fondere occorre sudore, energia e maschere antigas ma il risultato è buono.
Abbiamo raccolto fino ad oggi quasi la metà dei 5250 kg necessari.

..... a proposito, il trucco c'è.


venerdì 26 agosto 2011

Apriti sesamo

La prua è stata terminata. Nei primi giorni della prima e unica settimana di lavoro continuativo, abbiamo definitivamente posizionato e saldato i telai della tuga, creato e posizionato il telaio del tambucio e ... iniziato la costruzione della prua.
A differenza dei progetti che prevedevano una lamiera di 5 mm e varie serrette abbiamo optato per una lamiera di 12mm senza serrette sottostanti, adesso siamo in grado, di attraversare da parte a parte una barca in vetroresina più grossa e alta della nostra.
Abbiamo ritagliato poi dal 5mm lo sportello del gavone di prua che conterrà la catena dell'ancora e tante altre cose e poi, per usare un termine ciclistico, ci siamo piantati.
Sicuramente la stanchezza di quasi un anno di lavoro "quello vero" e dei pochi minuti di "riposo" dedicati alla costruzione della barca, ci ha fatto prendere molti abbagli, in pratica non ci riusciva far aprire quella maledetta botola.
Taglia, salda, sposta la cerniera, vai a destra e poi a sinistra, piega raddrizza, ad un certo punto abbiamo perso la strada e deciso di far festa e andare in vacanza.
Al rientro, freschi e abbronzati ci siamo messi al computer e simulato la cerniera, in un paio d'ore abbiamo capito l'errore e siamo ripartiti.
Tutto ha funzionato alla prima. Abbiamo dedicato 4gg di lavoro completi (2 buoni e 2 .... per acquisire esperienza).






Nelle immagini è possibile osservare i telai e tutto quanto il resto.
La maniglia è naturalmente provvisoria.
Oggi abbiamo inoltre deciso di pulire l'alluminio di tutto lo scafo (dentro e fuori) con una sabbiatrice, impensabile usare il flessibile visto l'infiammazione ai gomiti ormai cronica che ci ha colpi per il suo uso sconsiderato, un impresa ci ha fatto un preventivo ma, inizia a venirci un dubbio, abbiamo l'impressione che tutte le volte che chiediamo un prezzo di qualsiasi cosa, i prezzi raddoppino alla magica parola, barca. Ci toccherà diventare pure sabbiatori.
  

venerdì 5 agosto 2011

Release 3.1

Accipicchiolina che fatica. Le modifiche al progetto originale sono minime ma rifare tutti i calcoli e poi farli tornare non è stato per niente facile.
In pratica è stato: 1)modificato la larghezza del passavanti nella parte di poppa per allargare il pozzetto (pochi cm), 2) allargato il pozzetto, 3)Ammorbidito il profilo (lasciando inalterate le altezze), 4) prevista la doppia timoneria.
La profondità del pozzetto è stata lasciata invariata.
Sono piccole modifiche ma ognuna di essa ha comportato uno studio intenso e nemmeno quello è stato sufficiente, la frame 9 è stata rimodificata ancora una volta per renderla compatibile con quelle vicine. Adesso finalmente è come la volevamo, tutti gli angoli sono perfettamente allineati, le curvature parallele e le inclinzioni uguali.
Ora ci aspetta una settimana intensa, per la prima volta, in concomitanza con le vacanze, passeremo circa 7 giorni consecutivi al cantiere per cercare di recuperare il tempo perduto,
Abbiamo cominciato anche a pensare al "sotto" e ...... ragazzi la barca è piccola. La prossima ci vuole un 60 piedi. 

mercoledì 27 luglio 2011

La sconfitta della chiglia.

Finalmente la chiglia è stata battuta, è ricolma d'acqua da una settimana e non ci sono perdite, niente trasudazioni o cose simili. E' stato individuato anche il problema, "manico" o saldatrice? Fortunatamente era colpa della saldatrice, il rullo anteriore di spinta si era sciupato e il filo di alluminio non scorreva bene, la saldatrice si inceppava in continuazione. Il nostro amico Carlo è passato a trovarci e dopo un attenta analisi si è accorto del problema e l'ha risolto. Adesso la saldatrice va che è una meraviglia e i risultati si vedono, in un paio d'ore le 6 microfiltrazioni sono state allargate, individuate e riparate. Non potete immaginare la gioia.

lunedì 18 luglio 2011

Compro piombo

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E' tutto sbagliato, è tutto da rifare.

Il grande Gino Bartali aveva previsto tutto e poi si dice che alla seconda volta le cose vengono meglio, quindi, per non smentire gli uni e gli altri, abbiamo deciso di rifare tutti i telai.
La verità è che abbiamo commesso un errore nel prendere una misura nei disegni di Dix, non ci sentiamo nemmeno troppo in colpa perchè i progetti che abbiamo acquistato comprendono 2 configurazioni del Vickers45, una con il pozzetto centrale e una con quello posteriore, se una misura è presente su una sola delle 2 configurazioni vuol dire che tale misura va bene per entrambe le imbarcazioni, viceversa se una misura è presente su ogni disegno significa chiaramente che sono diverse. Concettualmente tutto questo è perfetto per un progettista che ad un esame presenta il proprio compito, ma immaginatevi di essere in un cantiere e che tutte le volte per prendere una misura bisogna aprire 6 disegni, cosa potrebbe succedere?
E poi dovete sapere che le misure dei segmenti vanno ricavati dal punto più alto a scendere.  Per farla breve abbiamo preso l'altezza e l'inclinazione in gradi della barca sbagliata perché su quella con il pozzetto centrale c'era (e solo li) il disegno della curvatura del deck e del tetto della tuga.
(Di fianco un dettaglio del progetto originale, tutte le altre misure vanno ricavate leggendo una decina di disegni)

Invece di inclinare le fiancate di 20 gradi le abbiamo fatte a 17 e l'altezza della tuga con il pozzetto posteriore (riferito alla DWL) era di 2050 anziché di 2200.
Morale della favola le dobbiamo rifare tutte. Meno male che siamo maniacali nei controlli e che ogni dubbio o sospetto ce lo confidiamo senza paura di passare per stupidi. In settimana abbiamo rifatto completamente i progetti su cad 2D e poi per essere ancora più sicuri lo abbiamo portato in 3D per vedere se le curvature fossero perfette. Sabato abbiamo rifatto i telai della frame 2, 3, 4, 5, 6 e 7.
Entro sabato prossimo finiremo le altre.
C'è da dire però che adesso siamo diventati bravissimi nel costruire telai e disegnare al computer.

domenica 3 luglio 2011

Altre 5

Scelgliere l'estetica della barca che ti stai costruendo, non è facile. Abbiamo rifatto ancora decine di cambiamenti in modo che sia perfetta per le nostre esigenze.
Abbiamo preso confidenza nel realizzare i telai della tuga e siamo diventati veloci.
Niente da dire e niente di particolare.  
Ne mancano 3.




domenica 26 giugno 2011

Tuga. L'inizio.

Finalmente dopo almeno 3 settimane di progettazione abbiamo iniziato la costruzione della tuga.
Abbiamo modificato il disegno originale per renderlo un po' meno estremo e più confortevole.
Il pozzetto è stato allargato e abbiamo previsto la doppia timoneria, le sedute del pozzetto sono state allungate  e il passaavanti è stato leggermente ridotto lasciandolo comunque largo e confortevole. Anche il pagliolato del pozzetto è stato alzato per lasciare alle cuccette sottostanti più spazio. La poppa è stata modificata per ricavarne il gavone della zattera di salvataggio. Le linee sono state ammorbidite. E' solo un leggero restaling, le proporzioni, distanze, larghezze e le altezze sono rimaste invariate.
L'unica modifica importante è il pagliolato del pozzetto che è stato alzato di circa 20 cm.
Abbiamo piegato tutte le parti curve con la piegatrice e abbiamo iniziato la costruzione dei telai, il primo è stato difficile e abbiamo sbagliato qualche calcolo ma poi abbiamo preso il via.
Per trovare le curvature giuste sia del deck che della tuga abbiamo riportato il disegno di dix in terra 1 a 1 e tutto è stato facile.
Una volta preso il via dovrebbe essere abbastanza veloce, abbiamo ordinato il materiale mancante per finire il lavoro dei telai ma ne abbiamo abbastanza per andare avanti.

sabato 11 giugno 2011

Il dramma della saldatura

A chi afferma che saldare l'alluminio è difficile dico ... non è difficile è drammatico.
Quando lessi un post di Brian (building odissay) relativo alla saldatura del serbatoio, sogghignai forte del mio "talento" di saldatore. Era disperato, ci mise quasi 2 settimane (se ricordo bene) per tappare le micro falle da dove usciva l'aria a pressione, comprò anche una nuova saldatrice, e tutto questo solo per un serbatoio. Ora sto vivendo lo stesso dramma con il bulbo, l'obiettivo è di tenere lontana l'acqua di mare dal piombo (per non innsescare l'effetto elettrolisi piombo-alluminio), dopo aver saldato tutto ho avuto l'idea di riempire d'acqua il bulbo per vedere quanto ero bravo e per gongolarmi un po'.
In almeno una decina di punti l'acqua filtrava in micro gocce, quasi per traspirazione.
Vi dico solo che ho dovuto comprare una pompa per aspirare l'acqua, da quante volte ho già riempito e svuotato il bulbo. Sembra incredibile, ma facendo un buco con il trapano o un taglio con il flessibile da dove filtra l'acqua e poi risaldarci sopra (dopo avere asciugato bene) non basta.
La cosa incredibile è che l'acqua  passa attraverso 2 cm di saldatura. In pratica bisogna smontare copletamente almeno 4cm di saldatura introrno all'infiltrazione e poi risaldare il tutto.
Ho già dedicato al problema almeno 20 ore e non sono ancora a niente.
La domanda sorge spontanea,  e lo scafo come sarà venuto? booooooooooo.
Mi sa che faremo come Mario del Dix 38. Ci toccherà riempire lo scafo d'acqua.
Prima però faremo un ripasso di tutte le saldature.
La battaglia è appena iniziata. Banzai.

giovedì 2 giugno 2011

La losca

Una donnaccia brutta, cattiva e impicciona, si aggira nei vicoli di Firenze nelle notti fredde e umide, è la Losca. Che brutto nome vero? e invece quando è arrivato il pacco del'azienda Solemar e lo abbiamo aperto è stata un'apparizione celestiale. Bellissima.
Ecco qui il suo book fotografico.
Ma cosa è e a cosa serve? La losca viene istallata all'interno dello scafo a poppa e dentro ci passa l'albero del timone, in pratica serve a regolare la rotazione dell'asse del timone.
In questo caso è costituito da un bicchiere di alluminio non anodizzato che sarà saldato allo scafo e dal blocco principale provvisto di rulli e meccanismi di rotazione.
La losca è avvitata al bicchiere in modo che possa essere rimossa con facilità per eventuali manutenzioni.
La solemar ci ha mandato anche: le viti per il fissaggio,  una cordicella e un rotolino di carta (sembra adesiva).
Se qualcuno sa a cosa servono ..... contattateci.
Grazie



martedì 24 maggio 2011

aaah Dottò ....

Sabato abbiamo ricevuto la graditissima visita di Roberto e sua moglie, 2 futuri colleghi di follia. Si stanno preparando con scrupolo al grande "inizio". Hanno già ordinato l'alluminio che, spero in poco tempo, si trasformerà in un bellissimo Dix 43. E' venuto nel nostro cantiere a toccare con mano quello che lo aspetta e a togliersi qualche dubbio e prima di salutarci ha pronunciato la frase che è alla base di tutto: - "si può fare".
Roberto però con la sua visita ci ha massacrati, è veramente molto preparato e ha molta esperienza, ha studiato già tutto nei minimi particolari e ha avuto una pazienza infinita nello spiegarci le varie implicazioni di scelte che avevamo già fatto e per fortuna non realizzato.
E' doveroso a questo punto aprire una parentesi e ammettere che i sottoscritti costruttori di alemar45 di vela ancora non ci capiscono molto, diciamo che non abbiamo mai posseduto nessuna imbarcazione e che le nostre esperienze sono relegate ad alcune vacanze qua e la sparse per il mondo.
Si, le vele sappiamo che sono simili a delle stoffe bianche (di solito) e che per issarle e manovrarle ci sono appiccicate delle corde che alcuni chiamano "scotte", ma quando si comincia a parlare di armamenti a sloop, cutter e tricchetracche andiamo nel panico, per non parlare di stralli di trinchetta, tormentine, jennaker e spinnaker.
La costruzione della nostra barca nasce proprio dall'esigenza e dalla voglia di imparare ad andare a vela e uno scafo bello robusto di alluminio ci permette di AFFONDARE più facilmente le altre imbarcazioni in caso di manovre non perfette, tanto siamo assicurati.
Roberto ha distrutto tutte le nostre certezze, diciamo che è il destino che ce lo ha mandato nel momento esatto, avevamo già disegnato la tuga, revisionando in modo sensibile il progetto originario e eravamo pronti a partire, ma adesso è doveroso prendere un momento di riflessione e fermarci un attimo.
In pratica ci ha spiegato le ragioni del progetto, a noi il pozzetto non piaceva perché era un po' scarno, spigoloso e a nostro avviso stretto, Roberto ci ha fatto capire le motivazioni delle scelte di Dix e ci ha fornito elementi importanti per comprendere gli armamenti.
Il vickers45AC nasce come cutter, noi lo volevamo modificare a sloop spostando l'albero a provia di circa 1 mt e allargando di conseguenza il pozzetto rendendolo più comodo e ampio (per prendere meglio il sole e farsi gli aperitivi in maniera idonea ... e che diamine), pensavamo inoltre a un bel colore Blue e al Teack everywhere.
Insomma avete già capito, la vernice con l'alluminio rischia di crettarsi per la dilatazione del materiale, il blue non aiuta a contenere la temperatura sotto coperta  e il Teack aumenta i rischi di elettrolisi e il calore e poi ci ha dato molti altri suggerimenti sui quali riflettere.
Avevamo già letto un po' su internet di questi problemi ma un conto è leggere e un altro è parlare.
A questo punto, prima di procedere alla costruzione della tuga è assolutamente necessario capire:
1) che cosa vogliamo noi dalla barca - 2) con quale vele realizzarle - 3) questo diavolo di pozzetto a cosa deve servire - 4) il cestello del ghiaccio con le bottiglie di prosecco dovo lo mettiamo.
Fatto questo possiamo ridisegnare la tuga e ricominciare.
Aaaah Dotto', visto che adesso, spero, ci terremo in contatto, visto che per colpa tua da sabato non dormiamo e che ci sentiamo tremendamente insicuri, visto che sei pure medico, ci servirebbe: sonnifero, antidepressivi e uno psicologo bravo (meglio se ci capisce pure di vela).
Grazie di tutto a te e a tua moglie.
P.S. quando saremo in qualche rada con le nostre barche di alluminio affiancate, vedrai che sarete voi a dover prendere il tender e a venire da noi a bere un daiquiri .... perchè si sta più comodi.

Finalmente la "Saldanza" è finita

Eccoci qui, lo scafo è finalmente completamente saldato anche nella sua parte interna.
Non aggiungo nessuna foto perchè non c'è assolutamente niente da vedere.
E' stata lunga perchè abbiamo preferito non esagerare con le saldature per non creare torsioni indesiderate e procedere a piccoli passi non saldando mai più di 2 ore consecutivamente.
In pratica c'è voluto un mese intero.
Abbiamo saldato sia le lastre e sia le serrette. Prima di girare lo scafo avevamo saldato solo in parte e solo per irrobustire lo scafo, ma come avevamo detto nei post precedenti, saldare lo scafo dall'interno era improduttivo e pure pericoloso per colpa delle goccioline incandescenti che si staccavano.
Unico problema riscontrato è in alcuni punti, forse dove il cianfrino era più accentuato o forse dove avevamo rimosso un po' più di materiale o forse dove siamo andati un po' più pesanti con la corrente, la saldatura dall'interno è passata all'esterno con dei piccoli rigonfimanti.
Tutto normale, una passata di flessibile e viaaaaaa.

domenica 24 aprile 2011

Eppur si muove - Skeg

E anche lo skeg è andato. Non è stato semplice, abbiamo perso il conto delle ore di lavoro, i disegni erano un po’ vaghi e non avendo esperienza e soprattutto, non avendone mai visto uno, ricavare le sezioni è stato difficile. Abbiano più volte sbagliato per colpa dei nostri cervellini atrofizzati da troppa TV. Ci siamo dovuti affidare esternamente ad un tornitore per fare il bicchiere di alluminio del  piede dello skeg e per fare il bicchiere di spessore 10mm  di acetale che andasse dentro il bicchiere di alluminio e dentro il piede dell’asse del timone, e per piegare le lastre di 10 mm abbiano avuto bisogno della calandra e di una piegatrice idraulica. Abbiamo infine portato più volte il tutto all’officina del babbo di marco per fare i fori di 20mm, per  i cilindretti da saldare dove all’interno poi successivamente abbiamo fatto dei fori per la filettatura di 8mm, avanti e indietro avanti e indietro,  ecc.

Lo stesso dicasi per il tornitore, per adattare il bicchiere di acetale ci siamo andati 3 volte (il bicchiere di alluminio dopo ogni saldatura ingrossava un po’).

Addirittura per adattare perfettamente il rivestimento di 10mm dello skeg siamo stati costretti a riscaldarlo nel fuoco, dopo aver cotto 2 buonissimi polli,  per dare la curvatura giusta.

Un lavoraccio da maniscalchi di altri tempi.

Le viti in acciaio non ci piacevano e terrorizzati dalle leggende riguardo le correnti galvaniche, abbiamo trovato faticosamente delle viti in lega di alluminio (ergal) di 8mm; anch’esse sono state riadattate e rifilettate.

E poi giù pesanti con la saldatura.

Alla fine, però, quello che conta è il risultato e tutte le energie consumate diventano un vago ricordo, ai nostri occhi appare come un opera d’arte moderna (al gusto di pollo).