domenica 24 aprile 2011

Eppur si muove - Skeg

E anche lo skeg è andato. Non è stato semplice, abbiamo perso il conto delle ore di lavoro, i disegni erano un po’ vaghi e non avendo esperienza e soprattutto, non avendone mai visto uno, ricavare le sezioni è stato difficile. Abbiano più volte sbagliato per colpa dei nostri cervellini atrofizzati da troppa TV. Ci siamo dovuti affidare esternamente ad un tornitore per fare il bicchiere di alluminio del  piede dello skeg e per fare il bicchiere di spessore 10mm  di acetale che andasse dentro il bicchiere di alluminio e dentro il piede dell’asse del timone, e per piegare le lastre di 10 mm abbiano avuto bisogno della calandra e di una piegatrice idraulica. Abbiamo infine portato più volte il tutto all’officina del babbo di marco per fare i fori di 20mm, per  i cilindretti da saldare dove all’interno poi successivamente abbiamo fatto dei fori per la filettatura di 8mm, avanti e indietro avanti e indietro,  ecc.

Lo stesso dicasi per il tornitore, per adattare il bicchiere di acetale ci siamo andati 3 volte (il bicchiere di alluminio dopo ogni saldatura ingrossava un po’).

Addirittura per adattare perfettamente il rivestimento di 10mm dello skeg siamo stati costretti a riscaldarlo nel fuoco, dopo aver cotto 2 buonissimi polli,  per dare la curvatura giusta.

Un lavoraccio da maniscalchi di altri tempi.

Le viti in acciaio non ci piacevano e terrorizzati dalle leggende riguardo le correnti galvaniche, abbiamo trovato faticosamente delle viti in lega di alluminio (ergal) di 8mm; anch’esse sono state riadattate e rifilettate.

E poi giù pesanti con la saldatura.

Alla fine, però, quello che conta è il risultato e tutte le energie consumate diventano un vago ricordo, ai nostri occhi appare come un opera d’arte moderna (al gusto di pollo).




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