giovedì 22 dicembre 2016

Parliamo di sensazioni, emozioni e libertà.

6 anni 2 mesi e 18 giorni confinati in un campo pieno di ratti grossi come capibara e a combattere con zanzare tigri assassine, assetate e assatanate, "Tutti a casa" direbbe Comencini.
15 giorni fa abbiamo ricevuto la bramata e temuta drammatica telefonata, "abbiamo i permessi per il trasporto eccezionale, veniamo il 19 dicembre". I nostri cervelli già in pappa si sono spezzati.
Naturalmente non eravamo pronti, ma la verità è che non lo saremmo mai stati.
Gli interni erano da finire, parti dell'impianto elettrico e idraulico da collaudare, il motore da ri-accendere, linea d'asse da collegare al motore, tenuta PSS da montare, bitte da fissare, anti-vegetativa da ordinare, documenti da preparare e riorganizzare, nome e targhette da stampare, tutti gli elementi di sicurezza da comprare, porto da contattare, ecc.. 
Abbiamo lavorato come matti ma alla fine, di tutte queste cose,  non ne abbiamo terminate nemmeno una. 
Il 20 dicembre il varo? ci proviamo. 5 giorni prima ci è preso lo sconforto totale, Massimo, "i trombaio",  è venuto ad allacciare i vari rubinetti e a dare acqua all'impianto, tutte le giunture che avevamo fatto perdevano copiosamente acqua, "L'acqua è fina". 
L'abbiamo allagata 5 o 6 volte, poi, finalmente, tutto ha funzionato, senza Massimo saremmo affondati alla prima doccia.
Un grazie di cuore Massimo. Per merito suo ci siamo fatti anche il primo caffè.
Ridotti a questo punto al sabato per accendere il motore e a istallare la linea d'asse e l'elica Radice, quello che poteva andare storto è andato storto. Giornate di fallimenti continui, tutto il sabato per accendere il motore, alla fine, Luigi, il motorista Yanmar, che ha avuto bontà di noi, ci ha aiutato e guidati verso l'accensione. Abbiamo avuto tutti i problemi che incontreremo nei prossimi 10 anni e il nostro bagaglio tecnico e di esperienza è stato inestimabile, credo che a breve la Yanmar ci manderà il diploma yanmar per posta.
Domenica, ultimo giorno prima del varo, la seconda giornata fallimentare. Abbiamo sbagliato tutto quello che potevamo sbagliare, abbiamo messo il grasso dove dovevamo mettere la loctite, abbiamo letto per ore il manuale di istallazione della tenuta dell'asse sbagliata, e soprattutto non abbiamo trovato i 4 grani della anello di tenuta. 
" che lavoro schifoso"
 "potrebbe essere peggio"
 "e come?"
 "potrebbe piovere".
Le previsioni per la notte del 19 e il 20 annunciavano pioggia.
Impossibile varare la barca, ma ci proveremo comunque.
La notte del 18 è stata la notte più fredda del mese, le temperature sono scese di molto sotto lo zero, e quel maledetto campo umido ha fatto il resto. Abbiamo fissato presto la mattina del trasporto per fare un ultimo tentativo ma, abbiamo trovato la barca sotto un centimetro di ghiaccio, impossibile fare qualsiasi cosa. alle 9 ci hanno chiamato annunciandoci la loro presenza al cancello automatico di ingresso al campo topestre. Fine dei giochi.
La gru da 100 Tonnellate era bellissima, il camion per il trasporto esagerato.
L'azienda da noi scelta era la Piccini Trasporti, in verità sono stati loro a scegliere noi, ci siamo fatti fare diversi preventivi ma il tecnico che si occupa dell'organizzazione, Leonardo, a giugno è venuto a trovarci; credo si sia mosso a compassione vedendo 2 disperati semi-cadaveri, oppure è stata il sapore inebriante della sfida a se stesso, alla sua azienda e ai suoi colleghi che lo ha spinto a volere il lavoro.
Chi in questi anni è venuto a trovarci, sa che era impossibile uscire da li.
Il vantaggio di avere avuto la Piccini Trasporti di San Miniato dalla nostra parte è stato che loro, hanno portato sia il camion che la gru, gli altri fornivano o il trasporto o la gru, impossibile secondo noi coordinare tutto ciò con 2 aziende diverse, impossibile.
Fabio alla gru da 100, Alberto al trasporto e Leonardo alla coordinazione, sono stati semplicemente fantastici.
Sicuri e concentrati per 9 ore consecutive,  mai si sono persi d'animo e soprattutto hanno mantenuto la calma fino in fondo e non era facile credeteci.
Nel frattempo noi non ci siamo certo goduti il momento, abbiamo dovuto smontare tutta la struttura (con l'aiuto di Fabio alla gru), con il pensiero di fare il varo il giorno dopo alle 9 di mattina.
Chi vi scrive non dormiva, per colpa dei pensieri da una settimana, notti insonni a cercare su internet soluzioni che non esistono; non so se la stanchezza ha influito sul cervello, ma sta di fatto che ho passato una giornata di depressione totale. 
Quando abbiamo tolto la struttura, finalmente dopo 6 anni abbiamo potuto vedere per intero ALEMAR, nessun orgoglio, solo il sentimento di scoprirmi folle. Sono pazzo, sono pazzo, questa volta ho fatto il passo più lungo delle mie 2 gambe messe insieme (la mia caratteristica principale).
Ecco l'Icaro de noattri. 
Poi alla scoperta della follia è subentrato il disgusto di quell'affare lassù nell'aria appeso a 5 mt di altezza a delle cinghie arancio fiammanti, successivamente il sadismo è subentrato al disgusto e ho cominciato a sperare che la buttassero giù  loro, l'avrebbero distrutta, "siiiii  dai vieni giù, dai, cosi posso incolpare qualcun altro e mi evito l'affondamento di domani".
Dopo aver trattato male mio padre che continuava a parlarmi nell'orecchio di cazzate, mentre stavo affondando con la barca nei miei pensieri, ho preso coscienza e con essa è giunta la decisione più saggia degli ultimi 30 giorni. La porto al mare ma la metto sui ceppi.
Alessio ha appoggiato con entusiasmo la mia proposta e mentre mio padre continuava a frantumarmi i gioielli, ho telefonato al porto e ho detto loro che il varo "non sa da fare", una marea di discussioni perché non avevano gli né gli invasi né il posto, ma per me erano parole vuote. La decisione era stata presa. Finalmente ho acceso la luce e da quel momento tutto è cambiato, ho alzato gli occhi e quella bellezza era ancora lassù che dondolava lievemente, le ho chiesto perdono  di aver desiderato la sua morte, dopo poco si è adagiata dolcemente sull'invaso del camion.
Alle 17 circa era finalmente in strada, in attesa della scorta che sarebbe arrivata alle 21:00, ora della partenza. Salutati e ringraziati Fabio e Leonardo siamo andati a cena con Alberto che era rimasto solo, una bella serata di chiacchiere poi siamo tornati al camion, la barca era ancora li, bellissima.
Le 3 auto della scorta sono arrivate e alle 21:00 siamo partiti, le luci di tutti quei lampeggianti erano suggestive e il riflesso sulle fiancate lucide magnifiche. 
In 2 abbiamo iniziato quest'avventura e in 2 eravamo a seguire la nostra creatura.
E' stato un vero viaggio fisico e mentale, inevitabile ripercorre tutte le tappe, ci eravamo immaginato quel momento per anni.  Abbiamo imboccato la Firenze Pisa Livorno e in 2 ore circa siamo arrivati a Marina di Cecina. Salutato Alberto siamo andati a dormire in albergo. 
Finalmente una lunga notte di sonno senza sogni.
La mattina siamo andati al porto e abbiamo discusso per un ora, loro insistevano nel volerla buttare in mare, noi a spiegargli che non aveva la tenuta e che sarebbe affondata in pochi minuti, loro a insistere che non c'era posto (in effetti era vero), il gruista che voleva andare via, il camionista che giustamente voleva andarsene a casa e noi irremovibili.
Alla fine l'abbiamo spuntata con la promessa che avremmo fatto il varo entro il 30 Dicembre.
Ci proveremo, in fondo... 
"La sconfitta non è il peggior fallimento. Non aver tentato è il peggior fallimento." 
(George Edward Woodberry)











1 commento:

  1. La sfida l'avete vinta Voi noi abbiamo partecipato per una piccola parte!!! Complimenti siete stati eccezionali!!!!!!
    LM

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