domenica 13 febbraio 2011

Errata corrige (Correggi le cose sbagliate)

Le tensioni sono finalmente arrivate, eravamo gelosi dei nostri colleghi sparsi per il mondo che giornalmente lottano con gli effetti collaterali della saldatura, ad un certo punto pensavamo anche di esserne immuni, di avere un vaccino divino, niente di tutto questo, nessuna legge “ad personam”.
Mentre saldavamo nei giorni scorsi, controllavamo in maniera maniacale le lamiere curve, era li che avevamo concentrato il 100% delle nostre truppe, passavamo in rivista in continuazione tutta la barca dopo ogni tratto di saldatura, trascurando in maniera totale le lamiere dritte e le serrette ormai definitivamente saldate alle ordinate. Il generale Alluminio è stato più furbo di noi, ci ha attaccato alle spalle.
In pratica siamo stati troppo precisi nell’istallazione delle lamiere piane di 3 mt, pensando che una lamiera così grande fosse immune da dilatazioni, avevamo di proposito omesso di lasciare 2 o 3 millimetri di spazio tra una lamiera e l’altra per essere agevolati in futuro nella saldatura. La dilatazione invece è stata sensibile e dove si incontravano le lamiere (falchette e pancia), c’è stata una accentuazione della “V”, all’interno, in prossimità dei tagli verticali, le serrette si sono staccate dalla pelle dello scafo anche di 2 cm.

Dopo il panico iniziale abbiamo preso il flessibile e ritagliato la saldatura, magia, tutto è tornato come prima, sono bastati i circa 3 mm del taglio ad eliminare i “becchi che si erano formati”, fatto questo abbiamo riaccostato le lamiere alle serrette e risaldato il tutto.
Alcune serrette invece dilatandosi tra ordinata e ordinata si sono leggermente ondulate, i paurosi schianti che ogni tanto sentivamo quando saldavamo dall’esterno, erano le appuntature delle serrette con lo scafo che saltavano, su quelle non siamo potuti intervenire, le abbiamo semplicemente riappuntate alle lamiere.
Peccato non vedere più dall’interno la linearità che le serrette davano allo scafo, pazienza.
Avevamo nel frattempo per eccesso di zelo mandato una segnalazione a Dix delle problematiche riscontrate ricevendo la solita laconica risposta della serie “dovevate appuntare meglio le serrette allo scafo e leggere il libro (come costruire una barca in alluminio, scritto da un tizio americano) “.
Le serrette dove volevano ondularsi lo hanno fatto a prescindere dal numero di appuntature che avevano, nella sua visita fiorentina Dix era stato molto esplicito nel dirci che le serrette dovevano essere saldate dopo che tutto lo scafo era saldato sia dall’esterno che dall’interno e per questo noi abbiamo pensato di appuntarle solo in maniera leggera in modo che se in qualche modo dovevano “scaricarsi” lo avrebbero potuto fare. Insomma, riteniamo che le tensioni non debbano rimanere tutta la vita latenti ad aspettare il momento opportuno … come la vita di coppia, sfogarsi ogni tanto è meglio.
E ora un po’ di belle notizie, la saldatura esterna dello scafo è terminata e abbiamo già iniziato a scartarlo.
Abbiamo inoltre ricontrollato la simmetria dello scafo che è rimasta invariata.
In settimana inizieremo a saldare lo scafo dall’interno mentre altri finiranno di scartarlo dall’esterno.

5 commenti:

  1. Sempre velocissimi! Le dilatazioni sono inevitabili, anzi meglio dire le riduzioni, io ho notato che saldando, le lamiere tendono ad accorciarsi, voi avete usato tanti pezzi per fare le parti curve, ed ogni saldatura impercettibilmente "tira" se avete seguito un andamento.... un pò da un lato.... un pò dall'altro non avrete problemi di asse, piuttosto potreste accorgervi che la prua e la poppa tenderanno ad alleggerirsi dallo scalo, come se volessero impennare.
    Nel mio progetto le serrette sono a T di 40x40 e 50x50 quindi l'effetto di ondulamento non si vede, a differenza della chiglia ( un piatto di 70x10) che a prua dell'attacco della deriva ha percettibilmente flesso un poco.

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  2. Grazie Max, sei un vero amico.
    C'è una cosa che non mi torna però di ciò che hai detto, mio padre è un saldatore da l'età di 14 anni e mi ha confermato ciò che ogni giorno in effetti vediamo, il metallo si dilata e non si restringe se riscaldato, le serrette essendo infatti confinate tra le ordinate, dilatandosi (il metallo si dilata sempre dalla parte più lunga) di qualche millimetro è naturale che si pieghi dalla parte più debole. La parte più debole è senza dubbio la parte larga, quindi non va nè verso l'esterno nè verso l'interno ma su e giù creando questo effetto ondulato. Ci siamo scambiati diverse mail anche con Dix in questi giorni e mi ha ripetuto più volte che avrei dovuto saldare le serrette al rivestimento per evitare questo effetto, quando venne a Firenze a trovarci disse il contrario e cioè che le serrette dovevano essere saldate dopo tutta la "pelle" e in ultimo le ordinate alla "pelle", Dix è un progettista e non un saldatore, e nelle varie mail ha cambiato leggermente versione o forse ho capito male io, ma non fa niente, ha anche detto che ogni cantiere poi fa un po' come gli pare e che l'importante alla fine è il risultato. Con la stessa saldatrice al cambio di "mano" cambia tutto, con la stessa "mano" al cambiare della sadatrice cambia tutto, insomma, la saldatura non è ancora una scienza esatta da quello che ho capito io. Mia mamma quando vivevo ancora con lei riusciva a restrigermi le camice nche di 3 taglie a lavaggio, a me si allargano. Vacci a capire qualcosa. Sarebbe bello incontrarci un giorno. Ciao Max e grazie del sostegno psicologico.

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  3. Mi piacerebbe molto venirvi a trovare e l'invito è reciproco.
    Forse ha ragione il tuo babbo, ma mi sono accorto saldando le lamiere di testa, quando devo fare delle prove di saldatura e regolazione della saldatrice, che la lamiera si piega dalla parte che ho saldato, davo per scontato che la saldatura tirasse. L'alluminio fuso ( caldo) è dilatato, mentre si raffredda si ritira.
    Ma lasciamo stare, come dici tu.....la mia compagna mi dice che sono io ad ingrassare e non lei a restringermi le magliette!!!!!
    Io conto di girare lo scafo tra un paio di settimane, non mancherò di postare qualche foto, poi passerò alla coperta, per quella ho in mente di fare una pazzia, uscirò dal progetto e farò di testa mia, le realizzazioni in alluminio peccano di troppi spigoli e lamiere ondulate, senza contare le difficoltà di isolare i vari metalli dell'attrezzatura montata......quindi la mia idea è di realizzare i bagli con l'alluminio, un T di 50x50, le "serrette" con uno di 40x40 e di rivestire la coperta con compensato marino e resina. Conto di dare così uguale resistenza, ma più armonia e rotondità!
    Avete fatto bene a mettervi avanti con i materiali quali motore ed impianti, una delle prime cose che ho fatto pure io.
    PS. complimenti al Vostro concittadino Olmo Cerri, 17enne vincitore nel Mondiale Vaurien, ne ho seguito la premiazione Giovedi qui a Parma, premiato come il terzo miglior velista dell'anno.
    Ciao e buon lavoro.
    Max.

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  4. Anche noi pensiamo di girarlo nella prima quindcina di marzo e anche noi siamo per le rotondità dello scafo. Abbiamo intenzione di cambiare il progetto origiale della tuga rendendo il pozzetto più morbido e confortevole, lo allargheremo il più possibile. Noi lo faremo in alluminio e per stondarlo ci affideremo ai nostri amici che hanno una pressa idraulica. Max hai già pensato al piombo? dove lo prenderai?

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  5. Per il piombo ho la fortuna di conoscere un'azienda che fa coperture di tetti e grondaie, mi stanno tenendo da parte tutti gli scarti di lavorazione e il piombo di recupero. A me ne serviranno 3750Kg e lo colerò piano piano nella deriva.
    Me lo faranno pagare al costo di rottame........comunque una bella spesa!

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